Villa Ca’ Prigioni
Il complesso di questa Villa affonda le sue origini su un impianto già esistente di origine medievale. Si può leggere nel soprannome storico della contrada detta appunto “delle Prigioni” che la torre centrale fu eretta e destinata probabilmente a tale scopo, essendo la fabbrica in un punto strategico tra l’antica via Postumia che attraversava l’odierna pianura padana, e nei pressi del quinto miglio da Vicenza, Quinto Vicentino.
Nella prima fase di diffusione della costruzione della Villa Veneta, gli aspetti piacevoli della vita a contatto con la natura rimanevano in secondo piano rispetto alla scelta, tutta economica, di orientare gli investimenti verso un’agricoltura di tipo intensivo. Molte famiglie patrizie veneziane decisero di investire grandi ricchezze nella realizzazione di aziende agricole da amministrare direttamente. Una casa con edifici agricoli annessi costituiva una necessità per le élite di Venezia e della terraferma: serviva ad amministrare le proprietà da cui derivava gran parte del reddito del proprietario.
Solo successivamente, con il passare dei decenni, la Villa si prestò a diventare il metro della posizione sociale. Si scoprirono infatti altri vantaggi: la campagna era più salubre della città, soprattutto in estate; dava la possibilità di fare esercizio fisico ritenuto salutare e la possibilità di praticare la caccia arricchiva la tavola. Nell’arco di tre secoli centinaia di Ville furono edificate nella campagna dell’entroterra Veneto e lungo i principali corsi d’acqua. Iniziò ad assumere il carattere mondano e di distinzione sociale per la ricca borghesia Veneziana.
Notizie storiche certe citate su documenti di archivio, ne attribuiscono la proprietà nei secoli alle Famiglie vicentine Tavola, Segala e Finozzi. Il soggiorno da parte di questi in Villa
tendeva sempre più di norma concentrarsi solamente in coincidenza con i due principali periodi di raccolto dell’annata agricola: la mietitura, tra metà giugno e fine luglio, e la vendemmia, da settembre alla fine di ottobre.
Posseduta nell’ultimo secolo da Attilio Todescato e ricevuta in dote matrimoniale dalla Contessa Sofia Tacchi di Montemaria coniugata con il Conte Fausto Franco, per testamento del padre, considerandolo un investimento per il futuro dei novelli sposi vicentini, poi abitata negli ultimi 50 anni dalla Famiglia Piazza, attuali proprietari, sta rivivendo un lento ma metodico e accurato restauro, dal ripristino del parco al risanamento edilizio, riqualificandola all’originale luminosità e rivelando alcuni tra i suoi segreti celati nei secoli.